Un’interessante ed utile riflessione sulla situazione attuale dopo gli attentati della settimana scorsa ed i tentativi di fomentazione dell’odio da parte delle destre europee.
Buona lettura.
L’opinione del giornalista della RAI Amedeo Ricucci
Sorgente: L’Isis e il mercato della paura – TPI
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Ciao Pietro. Scusa ma classificare come “narcisistico” il bisogno di ritrovare un’identità sociale, civile, culturale e perfino affettiva, anche per mezzo di ridondanti strumenti di condivisione come i social network oltre che nella vita di tutti i giorni, è a mio avviso eccessivo.
Io mi sono trovato negli USA all’indomani dell’11 settembre ed ero appena arrivato a Chicago partendo da New York. La riflessione che sarei potuto finire nel tritacarne è stata spontanea e assolutamente priva dell’inconscia voluttà di rendere il mio ego ipertrofico. Al contrario.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di attaccarmi al telefono per conoscere la sorte di miei amici. Ed è stato molto doloroso condividere l’angoscia per i congiunti dispersi (alcuni poi risultati tra le vittime) e per l’incertezza dei cambiamenti che sarebbero sicuramente sopravvenuti.
Nessuno provava piacere né creava morbosi inviluppi del culto del macabro.
Solo sgomento, dolore e terrore.
Sono sorpreso che qualcuno possa ipotizzare che i Francesi, in questo frangente, stiano esercitandosi al “io c’ero”.
Ti ringrazio per gli articoli che condividi e che seguo molto volentieri.
Ciao, Piero
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Condivido quanto scrivi; purtroppo ci sono stati casi, che dimostrano che aveva ragione anche chi ha scritto l’articolo.
Come sempre, occorre analizzare separatamente i vari interventi, non generalizzando, in quanto si verificano sia esempi di protagonismo eccessivo, che di espressione di costernazione e dolore sentiti.
Ciao, buona giornata :).
Scusa il ritardo, ma non sempre nel fine settimana accendo il computer, e le risposte da smartfone sono troppo “impegnative” ;).
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