Il panico sociale genera mostri e introduce politiche autoritarie. Basta cavalcarlo per costruire capri espiatori e nemici (interni ed esterni) contro cui indirizzare la rabbia sociale prodotta dalla crisi. È questa l’opzione della destra del nuovo millennio. In Italia il principale interprete ne è Salvini, il “ministro della paura”.
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Salvini è, anzitutto, un predicatore d’odio. Non un alieno in felpa e camicia verde (sebbene di apparenti alieni in camicie di diverso colore sia piena la storia del Novecento). È l’interprete italiano di un vento di destra che, con diverse modalità e in modo non uniforme, attraversa l’Europa e gli Stati Uniti. Un vento provocato dalla sempre più marcata ed esibita sottrazione ai cittadini della possibilità di decidere della propria vita e del proprio futuro, rimessi alle scelte dei cosiddetti poteri forti (economici e sovranazionali). Fino a che il sistema funziona, questa cessione coatta di sovranità e di diritti viene più o meno accettata. Ma quando la crisi morde, dimostrando che quei poteri, oltre ad essere rapaci, non assicurano un minimo di equità sociale, allora emergono le pulsioni tipiche della destra profonda: i nazionalismi, le chiusure identitarie, il razzismo. Che, a loro volta, producono capri espiatori e nemici (interni ed esterni) contro cui indirizzare la rabbia sociale, distogliendola dai veri responsabili. È ciò che sta accadendo nel Paese e a cui dà voce Salvini, fedele incarnazione del “ministro della paura”. Superfluo aggiungere che l’importante non è la verità delle situazioni evocate, ma la loro capacità di creare paura. Anche perché i nemici immaginari sono meglio di quelli reali (che potrebbero anche reagire…).
Ma a spiegare la situazione italiana e il successo di Salvini non c’è solo questo.
Salvini è tra i nostri politici, per calcolo o per istinto, il più abile nell’uso del sistema della comunicazione. I suoi temi sono, da sempre, gli stessi. Ripetuti in modo ossessivo e con un linguaggio truculento ma diretto: quello, appunto, che la parte insoddisfatta del Paese vuole sentire. Per questo i suoi discorsi, amplificati da media in cerca di audience, fanno presa. […]
Sorgente: Il ministro della paura
E’ così. Tutto calcolato
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Già
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