La giornata di ieri è stata meno cruenta delle precedenti. I cecchini hanno sparato lo stesso e i tear gaz venefici hanno comunque riempito l’aria, ma i feriti lungo tutto il confine sono stati “appena” 206 tra cui alcuni bambini e un giornalista palestinese, uno di quei volontari dell’informazione che ancora credono che il giubbetto con la scritta PRESS sia una garanzia e non un target.
Avrebbero ragione se Israele rispettasse la normativa internazionale, ma Israele lo dimostra da quando è stato fondato e lo afferma anche esplicitamente che non intende rispettare la legalità internazionale. Sappiamo anche che seguiterà a non farlo visto che non ha mai subito sanzioni per questo ma tutt’al più “severi rimproveri”.
Ha distrutto decine di ambulanze in reiterate occasioni, ucciso medici e paramedici oltre che giornalisti, ma c’è ancora chi crede di essere protetto dalla scritta press sul giubbetto e sul casco come ci dicono questi giornalisti intervistati nell’accampamento in fronte al confine di Al Bureji a est di Gaza.
Sorgente: GAZA. La grande marcia prosegue. Reportage fotografico dal confine di Al Bureji – Pressenza