Il lIl lavoro minorile fu una piaga che rubò l\’infanzia a moltissimi bambini nell\’Italia tra Otto e Novecento. Ecco come lo vedevano i pittori del tempo.\nNel 1877, il Parlamento del giovane Regno d’Italia stabilì l’avvio di un’inchiesta sulla realtà dell’economia agraria del paese sedici anni dopo l’Unità: i documenti che la commissione d’inchiesta raccolse rappresentano la più dettagliata fotografia del settore nell’Italia degli anni Ottanta dell’Ottocento. Leggendo quei documenti, redatti con i toni neutri e asettici tipici dei documenti ufficiali, è possibile conoscere il destino ch’era riservato ai bambini che nascevano nelle famiglie dei contadini: venivano mandati negli asili d’infanzia fintanto che “per la loro tenera età non sono atti al lavoro”, e una volta raggiunta l’età per lavorare nei campi seguivano i loro genitori e cominciavano a dedicarsi ai mestieri della terra. Non era raro che già verso i sei anni i bambini iniziassero ad aiutare padre e madre nelle loro attività: negli atti della succitata inchiesta, nel rapporto sulla provincia di Catania, si legge che “le classi meno agiate adoperano prima del sest’anno di età i loro figli a qualche faccenda di casa o campestre”, e ciò anche in virtù del fatto che, nelle zone rurali, scuola e istruzione non erano ritenute utiliavoro minorile fu una piaga che rubò l’infanzia a moltissimi bambini nell’Italia tra Otto e Novecento. Ecco come lo vedevano i pittori del tempo.
Nel 1877, il Parlamento del giovane Regno d’Italia stabilì l’avvio di un’inchiesta sulla realtà dell’economia agraria del paese sedici anni dopo l’Unità: i documenti che la commissione d’inchiesta raccolse rappresentano la più dettagliata fotografia del settore nell’Italia degli anni Ottanta dell’Ottocento. Leggendo quei documenti, redatti con i toni neutri e asettici tipici dei documenti ufficiali, è possibile conoscere il destino ch’era riservato ai bambini che nascevano nelle famiglie dei contadini: venivano mandati negli asili d’infanzia fintanto che “per la loro tenera età non sono atti al lavoro”, e una volta raggiunta l’età per lavorare nei campi seguivano i loro genitori e cominciavano a dedicarsi ai mestieri della terra. Non era raro che già verso i sei anni i bambini iniziassero ad aiutare padre e madre nelle loro attività: negli atti della succitata inchiesta, nel rapporto sulla provincia di Catania, si legge che “le classi meno agiate adoperano prima del sest’anno di età i loro figli a qualche faccenda di casa o campestre”, e ciò anche in virtù del fatto che, nelle zone rurali, scuola e istruzione non erano ritenute utili.
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