Il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, ha annunciato novità per l’accesso ai musei. Ma a nostro modo di vedere sono solo fumo negli occhi.
È curioso notare come il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, abbia impiegato più d’un mese (facendo partire la conta dalla data dell’annuncio dell’abolizione delle domeniche gratis nei musei) per partorire un pacchetto di misure che, di fatto, producono dei cambiamenti davvero minimi rispetto al passato.
L’unica vera novità è l’introduzione del biglietto ridotto a 2 euro per i giovani tra i diciotto e i venticinque anni: un provvedimento che appare sicuramente sensato, che consentirà agli under 25 d’avvicinarsi soprattutto ai musei più grandi (ovvero, tipicamente, quelli coi biglietti più costosi), e magari stimolerà la loro voglia d’approfondire e conoscere i musei delle loro città. Tuttavia è anche necessario osservare che, senza campagne di comunicazione mirate, la misura rischia di produrre scarsi effetti: secondo le ultime statistiche culturali dell’Istat, riferite al 2016, il 41,8% degli italiani che nel corso dell’anno non ha visitato neppure un museo, non lo ha fatto semplicemente perché non interessato.
Sorgente: Il topolino di Bonisoli. Perché le novità sull’accesso ai musei sono solo fumo negli occhi