Il processo a carico degli otto anarchici parte il 21 giugno. Ma si capisce da subito come sarebbe andato a finire: l’intento non è tanto quello di punire gli anarchici per un qualche crimine da loro commesso, quanto quello di reprimere le proteste, con l’uso della forza. Le prove a carico degli imputati infatti sono deboli, praticamente inconsistenti, e non servono a scoprire l’autore del lancio della bomba che, come detto prima, non sarebbe mai stato trovato.